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Viaggio in moto in Lazio sud

Intervista a Cristina ed Emilio Salvatori

– Cosa vi ha colpito di più del basso Lazio?

 

E’ stato un vero piacere viaggiare tra questi luoghi ricchi non solo di storia, ma anche di una bellezza che, magari proprio per essere fuori dai grandi itinerari che guidano la frenesia del turismo di massa, ha saputo mantenersi viva e genuina nel rapporto con un viaggiatore particolare come il motociclista che, grazie proprio alla sua moto, può fermarsi, chiacchierare, entrare nell’intimità del territorio e con le persone.

 

– Quali sono i borghi visitati tra Sperlonga e il confine campano, oltre a quello di Gaeta?

 

Dopo Sperlonga, che specie dall’alto provenendo da Itri ci ha veramente colpito per il suo fascino scenografico e per la ricchezza che ha saputo conservare come la Grotta di Tiberio, siamo rimasti ammaliati dalla strada costiera che ci ha portato prima a Gaeta e poi a Formia. Un piacere per la vista ma anche, dobbiamo confessarlo per la straordinaria mozzarella di bufala che abbiamo potuto gustare lungo la Flacca. Formia, Scauri ma soprattutto Minturno col suo acquedotto romano che s’innalza sul piano della campagna a pochi km dal confine con la Campania, poi, ci hanno proprio affascinato.

 

– Perché consigliereste un viaggio in moto in Lazio sud?

 

Perché è una terra che ancora offre l’opportunità di perdersi e di essere esplorata, con la certezza di trovare ancora luoghi a misura d’uomo e di moto capaci di raccontare storie lontane come le Terme di Suio, le antiche Aquae Vescinae ricche di acque sulfuree, carbonico ferruginose, acidule, conosciute e apprezzate fin dal tempo dei romani. Causa Covid al momento del nostro passaggio non abbiamo potuto godere delle loro qualità, ma ciò non significa che a breve non lo faremo.

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